Fotocamera o smartphone?


(Le Figaro) Progettati per realizzare video di qualità senza sforzo, le fotocamere offrono un rendering molto superiore ai cellulari. Teoricamente.

Teniamo lo smartphone in mano in modalità selfie, premiamo il pulsante di registrazione, ci filmiamo e, se siamo soddisfatti del risultato, trasmettiamo in un clic su un social network. È difficile renderlo più semplice! Conseguenza: tutti pubblicano. Su Youtube, 500 ore di video sarebbero aggiunti ogni minuto, o 720.000 ore al giorno! A cui dovremmo aggiungere contenuti Instagram, Tiktok, X, Twitch. 

Il fenomeno del vlogging (video blogging) concentra oggi milioni di follower e stelle. L’influencer americano Jimmy Donaldson, alias Mrbeast, ha più di 377 milioni di abbonati. Il mercato per la creazione di video sulle reti globali è stimato a 250 miliardi di dollari nel 2025 e 500 miliardi nel 2027, con un aumento del 50% in due anni.

Dai prof a tutti

Un tempo riservati a fotografi professionisti e appassionati, i prodotti si rivolgono ora ai creatori di tutti i giorni alla ricerca di una soluzione all-in-one, ma anche a creativi più elaborati che prediligono macchine avanzate e scalabili. I video dei professionisti si staccano facilmente dalle produzioni personali.

Ci sono diversi fattori che spiegano questa differenza. Prima di tutto, la quantità e la qualità della luce condizionano il risultato ottenuto. Una luminosità calda, morbida e sommessa, come durante un tramonto, dà sempre ottimi risultati. Allo stesso modo, la fotocamera utilizzata sarà in grado di sfruttare questa luce con più o meno efficienza. 

L’importanza del sensore

Gli smartphone hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni. Si basano su piccoli sensori, non molto sensibili, ma compensano con un’elaborazione digitale impressionante, a volte guidata dall’IA. Come bonus, beneficiano di schermi superbi per visualizzare le immagini in tutto il loro splendore. Per migliorare il rendering, l’unico modo è utilizzare un sensore più grande per catturare quanta più luce possibile e migliorare la definizione e la dinamica. 

È anche il passaggio obbligatorio per ottenere questo famoso effetto di sfocatura dello sfondo, popolare nella fotografia e nelle produzioni cinematografiche. Isolando il soggetto, permette di editorializzare le informazioni presenti nell’immagine, al fine di raccontare una storia senza stancare l’occhio e senza distrarre il cervello. Gli smartphone stanno cercando di riprodurlo digitalmente, ma i risultati sembrano artificiali.

Ingrandire il sensore

L’apprendista vlogger sarà ovviamente in grado di iniziare con uno smartphone. Tutti i modelli sono in grado di offrire risultati accettabili in ambienti illuminati, ma favoriremo la fascia alta per garantire un rendering ottimale ovunque. L’iPhone 15 o 16 rimangono i più famosi per i video, così come il Galaxy S24 o S25. Per aumentare la qualità, sarà opportuno rivolgersi a telecamere dedicate al vlogging. Si basano su sensori più grandi, quindi più sensibili, e su accessori che facilitano lo scatto e la maneggevolezza (obiettivi intercambiali).

Se si vuole fare video velocemente lo smartphone rimane il campione del vlogging. Se, d’altra parte, il senso del dettaglio è più importanti meglio investire in una fotocamera dotata, almeno, di un sensore APS-C. Con le lenti, il conto può salire rapidamente a 2.000 o 3.000 euro.

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