(Le Figaro) Tra scogliere a picco e silenzi millenari, l’isola greca delle Cicladiresiste al turismo di massa con un’identità forte, autentica e custodita dai suoi giovani.
Tra Mykonos e Santorini, immersa nel blu intenso del Mar Egeo, si erge Folégandros: un’isola solitaria, a lungo inaccessibile, che ora si sta aprendo timidamente al turismo senza tradire la sua anima selvaggia. Con i suoi 32 chilometri quadrati di rocce a picco sul mare, terrazzamenti millenari e venti impetuosi, Folégandros è una terra di silenzio, luce e memoria. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove la bellezza brusca e sincera cattura irrimediabilmente chi la scopre.
Simbolo dell’isola è il kástro, il borgo medievale arroccato a 200 metri sul livello del mare, con le sue viuzze lastricate in ardesia verde e le case bianche rivolte verso l’interno, come a proteggere la comunità dagli assalti del passato. Qui, all’alba, l’iconica chiesa della Panagia domina il paesaggio, custode di una leggenda: la sua icona miracolosa della Vergine, rubata da un pirata, sarebbe tornata miracolosamente al suo posto dopo aver vagato sulle onde.

Una terra di pietra
Il nome Folégandros deriverebbe dal termine fenicio phelekgundari, “terra di pietra”, un’identità che racconta la sua storia millenaria: dominata da Dori, Romani, Veneziani e Ottomani, l’isola fu a lungo una terra d’esilio. Dall’Antichità ai giorni della dittatura militare greca, qui furono confinati dissidenti politici, molti dei quali artisti e intellettuali che, nonostante l’isolamento, arricchirono la cultura locale insegnando musica, teatro e alfabetizzazione.
Oggi Folégandros conta appena 700 abitanti, metà dei quali emigra in continente durante l’inverno. La modernità arriva a rilento: il porto di Karavostasis, oggi tranquillo approdo del traghetto da Santorini, non esisteva prima degli anni ’80. E ancora oggi si dice che se due asini si incontrano possono creare un ingorgo.

Un turismo controllato
L’isola resiste al turismo di massa. L’amministrazione, guidata da una giunta attenta, si oppone ai grandi complessi e aderisce a Europa Nostra, movimento per la tutela del patrimonio europeo. Tra orti nascosti nelle baie di Valsamo e Ambeli, sentieri da esplorare a piedi, taverne come Irini o Spina dove si mangia autentico, e tramonti che incendiano le scogliere di Aspropounta, Folégandros resta un miraggio: un’isola di vento, capre, chiese immacolate e anime libere. Un caillou incantato, ancora lontano dalla saturazione, ma consapevole di stare a un bivio.
Nel cuore dell’Egeo, lontana dai flussi di massa delle isole più famose, Folegandros emerge come un’oasi di autenticità e quiete. Questa piccola isola greca, poco turistica e profondamente tradizionale, incanta con paesaggi aspri, acque cristalline e un’atmosfera sospesa tra passato e lusso essenziale. Un rifugio perfetto per chi cerca bellezza senza frivolezze.
Cosa fare
Escursioni tra colline brulle fino alla spiaggia di Katergo, un’acqua blu cobalto incastonata tra scogliere. Una visita al Museo del Folklore in una vecchia fattoria (2,50 euro) e un giro in barca con Sea U per scoprire calette inaccessibili (da 350 euro la mezza giornata). E per riequilibrare corpo e mente, lezioni di yoga con Zoja Smutny, maestra greco-canadese che sull’isola ha ritrovato le radici di famiglia (da 25 euro).

Ma Folegandros non è solo relax. È un’isola da vivere. Si parte con un caffè da Pounta, il bar del mattino gestito da Lisbet, danese innamorata dell’isola, dove si servono piatti freschi dal suo orto. A pranzo, Eva’s Garden a Chora propone mezze raffinati in un cortile profumato di gelsomino. Da non perdere Irini, taverne-istituzione ad Ano Meria, per le matsata, saporite paste fatte in casa con carne. Cena gourmet invece da Spina, cabana chic a Ambeli, dove Alessandro reinventa la cucina greca con un tocco italiano: 55 euro per un doppio omaggio al Mediterraneo.
Dove dormire
L’ospitalità si declina in strutture dal design sobrio e raffinato. A dominare il promontorio a sud-est dell’isola c’è Gundari, resort inaugurato nel 2024 con 27 suite e ville immerse nella roccia, ognuna con piscina privata. Un esempio di raw luxury – lusso grezzo – dove materiali naturali e cucina stellata firmata dallo chef Lefteris Lazarou creano un’esperienza totale. Notte da 615 euro con colazione.

A Chora, aggrappato al dirupo sotto l’iconica chiesa della Panagia, Anemomilos! offre 17 camere con viste mozzafiato sull’Egeo. Stile cicladico puro, tocco contemporaneo e una padrona di casa, Danae Pateli, attenta a ogni dettaglio. Da 180 euro a notte. A Karavostasis, Anemi si presenta come un borgo immacolato intorno a una piscina turchese, con spa e yoga all’aperto. Da 200 euro. Per chi preferisce l’entroterra, Provalma a Ano Meria regala panorami a 360 gradi e colazioni fatte in casa, da 190 euro.