(Washington Post) Un nuovo metodo virale per liberarsi del superfluo, trasforma il riordino in un gioco mentale semplice, visivo e (un po’) disgustoso. Funziona davvero, soprattutto per chi si sente sopraffatto dal disordine.
Nel vasto universo del decluttering, dove il minimalismo incontra la salute mentale e l’ordine diventa sinonimo di benessere, un nuovo metodo irriverente ma sorprendentemente efficace sta spopolando: la regola della cacca. Nato su Instagram e TikTok, questo approccio chiede semplicemente: “Se questo oggetto fosse coperto di cacca, lo terrei ancora?” La risposta, spesso istintiva e viscerale, aiuta a superare l’attaccamento emotivo e a liberarsi con decisione degli oggetti inutili.
L’ideatrice virale di questo metodo è Amanda Johnson, creatrice di contenuti specializzata in organizzazione e pulizia. Dopo aver sperimentato con successo la tecnica, racconta di essersi finalmente liberata di oggetti accumulati “nel caso” – giochi incompleti, vestiti inutilizzati, decorazioni dimenticate. “Mi ha aiutato a sentirmi più leggera e a riconnettermi con ciò che davvero ha valore nel mio spazio domestico,” spiega.

Disorganizzati cronici
Dietro al tono scherzoso si nasconde una logica seria. Il metodo si rivela particolarmente utile per le persone con ADHD, disorganizzazione cronica: è visivo, immediato e rende il processo meno intimidatorio. Inoltre, trasformare un’attività in gioco – gamification – può essere fondamentale per la motivazione: questa domanda elimina il carico cognitivo e rende il decluttering più accessibile, perfino divertente.
La regola, pur non scientifica, si allinea con altri approcci moderni al riordino, come il Swedish Death Cleaning (riordinare in anticipo per non lasciare caos ai propri cari), il metodo 20/20 (se costa meno di 20 euro e si può riacquistare in 20 minuti, si può eliminare), e il celebre “does it spark joy?” (“Ti fa scattare una scintilla di felicità”) di Marie Kondo. Ma la sua forza è l’ironia diretta e brutale, capace di rompere la paralisi decisionale e aiutare a distinguere il valore autentico da quello solo percepito.

Il blocco del “just in case”
Funziona anche per superare il blocco del “just in case”, la tendenza a conservare oggetti per eventualità che raramente si concretizzano: la maggior parte delle persone ha molte più penne, ombrelli o cavi inutili di quanti realmente servano. Questa regola permette di ridurre in modo rapido e indolore.
Ma non tutto deve essere eliminato. La regola della cacca aiuta anche a capire cosa merita di restare: ad esempio, una preziosa porcellana della madrina potrebbe superare il test se per chi la possiede è “significativa, insostituibile e usata con affetto”.
In definitiva, questa tecnica funziona perché semplifica: trasforma un processo spesso emotivamente complesso in una scelta netta. E per una generazione sovraccarica di oggetti e decisioni, ridere mentre si mette ordine potrebbe essere la chiave di volta. In un mondo dove lo spazio mentale è prezioso quanto quello fisico, ogni metodo che aiuta a fare chiarezza – anche con una punta di umorismo scatologico – merita attenzione.