(Le Point) Svelata dall’analisi dei denti la dieta dei primi uomini e degli Homo sapiens: carnivori, ma non solo.
Cosa mangiavano i Neanderthal e i primi Homo sapiens? La risposta è nascosta nei loro denti. Klervia Jaouen, geochimista del CNRS, sta rivoluzionando la paleodieta grazie a una tecnica innovativa: l’analisi degli isotopi di zinco presenti nello smalto dentale. Il suo lavoro, tra dinosauri e leoni delle caverne, sfata miti e rivela somiglianze inaspettate tra i nostri antenati.
Nel suo laboratorio riposano denti di cavalli selvaggi, iene, persino leoni delle caverne. Ma i reperti più preziosi sono quelli dei Neanderthal, custoditi in una cassaforte. Lo smalto dentale è una “capsula del tempo”: mineralizzato durante l’infanzia, conserva per millenni l’impronta chimica della dieta.

Gli isotopi di zinco
La chiave sta negli isotopi di zinco: atomi con masse diverse a seconda della dieta. Una dieta carnivora arricchisce lo smalto di isotopi leggeri, mentre una vegetale favorisce quelli pesanti. Confrontando i denti umani con quelli di animali dalla dieta nota, il team ricostruisce le proporzioni tra carne, piante e pesce.
I risultati distruggono stereotipi. In Europa, i Neanderthal prediligevano grandi mammiferi come mammut, cervi e renne, ma non disdegnavano carne in decomposizione con larve. E, contro ogni aspettativa, alcuni gruppi consumavano anche cereali selvatici, legumi e persino datteri in Iraq o ninfee in Belgio.

Carne e verdure
Anche l’Homo sapiens europeo, spesso considerato più “avanzato”, aveva una dieta simile: i primi individui in Crimea mangiavano 50-60% di carne, mentre verso la fine del Paleolitico, in Catalogna, le piante coprivano fino al 35% dell’alimentazione. Le differenze tra le due specie sono meno marcate di quanto pensassimo.
L’analisi dello zinco supera i limiti delle tecniche tradizionali, come lo studio del collagene osseo, che si degrada dopo 50.000 anni. I denti sono minerali: resistono per milioni di anni. Ma c’è un paradosso: le cure dentali moderne (otturazioni, detartrasi) cancelleranno le tracce della nostra dieta per i paleontologi del futuro.