Condividere casa gioia e dolori

(mynewsroom.it) Il fenomeno della condivisione di appartamenti in contesti urbani, dove l’indipendenza abitativa è spesso un lusso inaccessibile, ha trasformato la cucina nell’unico vero punto d’incontro e socializzazione tra coinquilini.

La convivenza in uno spazio ristretto ha portato molti inquilini a ritirarsi nelle proprie stanze, trasformandole in “micro-appartamenti” dove svolgono la maggior parte delle loro attività, dal lavoro allo studio e persino la socializzazione. Di conseguenza, la cucina è diventata un’area di passaggio, l’unico luogo dove i coinquilini possono interagire abbastanza a lungo da avviare una conversazione.

Le dinamiche del cibo sono centrali in questo contesto. Da un lato, la condivisione dei pasti può favorire la creazione di legami e un senso di comunità, generando spazi intimi che incoraggiano la condivisione di sentimenti e frustrazioni. Il cibo può diventare un mezzo per scoprire le diverse culture e abitudini dei coinquilini.

Igiene e cibo

D’altro canto, la convivenza può alterare il rapporto personale con il cibo a causa di problemi di igiene e conflitti. Le difficoltà nella pulizia sono comuni, con molti coinquilini che non mantengono l’ambiente pulito, lasciando piatti e pentole sporche per giorni. La mancanza di pulizia può portare a problemi di salute, poiché la sporcizia e il cibo avariato possono attirare insetti e diffondere muffe e odori sgradevoli, contaminando l’ambiente e gli alimenti degli altri. Per prevenire i conflitti, una strategia comune è etichettare gli spazi in cucina, come scaffali del frigorifero, in base alla stanza di appartenenza.

Il fenomeno in Italia

In Italia, il mercato degli affitti per gli studenti universitari è caratterizzato da una domanda elevata e da prezzi in costante aumento, rendendo l’istruzione superiore sempre più difficile per molti. Ci sono circa 824.000 studenti che vivono lontano da casa, e di questi, circa 450.000 sono fuori sede, ovvero si spostano in una regione diversa da quella di residenza. La domanda di alloggi è in costante crescita, spinta anche dall’aumento degli studenti internazionali. Si stima che, nel 2023/2024, il numero di studenti universitari in Italia abbia raggiunto circa 1,95 milioni, con un aumento del 3,1% rispetto al 2022.

Milano, Roma, Torino e Bologna sono le città con la maggiore concentrazione di studenti. I prezzi degli affitti sono in forte aumento in molte città universitarie. Milano è la città più costosa per una stanza singola, con un prezzo medio che ha raggiunto circa 637 euro al mese. A Bologna il costo medio è di circa 506 euro, a Roma 503 euro e a Firenze 493 euro. A Roma si è registrato un aumento del 47% per una stanza singola in un solo anno.

La domanda di alloggi per studenti è significativamente superiore all’offerta disponibile. Si stima che in Italia ci siano circa 85.000 posti letto per studenti, con l’obiettivo di arrivare a 100.000 entro il 2027. La preferenza dei proprietari per gli affitti brevi turistici ha ulteriormente ridotto l’offerta di alloggi a lungo termine per gli studenti.

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