Combattere le allergie stagionali

By Paolo Bonanni 16 Aprile 2025 #allergia

(New York Times) Con l’arrivo della primavera e il picco dei pollini milioni di persone si ritrovano a fare i conti con starnuti, occhi lacrimanti e naso chiuso.

I mesi in cui le allergie sono più frequenti variano a seconda della località e degli allergeni specifici coinvolti. In generale, la primavera e l’autunno tendono a essere le stagioni di punta per le allergie in molte regioni. In primavera, soprattutto da marzo a maggio, il polline degli alberi è un comune fattore scatenante delle allergie. Quando gli alberi fioriscono e rilasciano polline nell’aria, le persone allergiche possono manifestare sintomi come starnuti, prurito agli occhi e congestione.

Il polline delle graminacee può diventare un problema tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate, aggravando ulteriormente i sintomi allergici in alcuni individui. In autunno, il polline di ambrosia è uno dei principali responsabili delle allergie stagionali. Le piante di ambrosia rilasciano grandi quantità di polline da agosto a novembre, a seconda della località.

Ma prima di affollare le farmacie, gli esperti suggeriscono strategie più efficaci per gestire i sintomi.

Prevenzione: la prima linea di difesa

Il primo passo è ridurre l’esposizione agli allergeni. Monitorare i livelli di polline tramite app come Allergy Control o siti può aiutare a pianificare le uscite. Nei giorni ad alto rischio, è consigliabile tenere le finestre chiuse, indossare una mascherina all’aperto e lavare spesso vestiti e animali domestici, che possono trasportare polline. Un risciacquo nasale con soluzione fisiologica o neti pot può dare sollievo immediato.

I farmaci più efficaci

Se i sintomi persistono, i corticosteroidi nasali – come Flonase (fluticasone) o Nasacort (triamcinolone) – sono considerati il gold standard. Agiscono localmente, riducendo l’infiammazione senza gli effetti sistemici degli steroidi orali. L’ideale è iniziare la terapia una settimana prima della stagione pollinica.

Gli antistaminici, disponibili in compresse, spray nasali o colliri, offrono un sollievo rapido. Quelli di seconda generazione – come Zyrtec (cetirizina) o Allegra (fexofenadine) – sono preferibili perché meno sedativi rispetto al vecchio Benadryl, associato a rischi come sonnolenza e declino cognitivo.

Attenzione, però, ai decongestionanti come Sudafed (pseudoefedrina): utili per brevi periodi, possono alzare pressione e frequenza cardiaca. Anche gli spray nasali decongestionanti (es. Afrin) creano dipendenza e, sospesi, peggiorano la congestione.

Meglio l’immunoterapia

Per chi soffre di allergie gravi o resistenti ai farmaci, l’immunoterapia (vaccini antiallergici o compresse sublinguali) può essere la svolta: desensibilizza il sistema immunitario, riducendo i sintomi per anni. Richiede però costanza: il trattamento dura 3-5 anni.

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