Colazione in hotel bye bye

(mynewsroom.it) Il buffet “all you can eat” degli alberghi è sotto accusa per sprechi e impatto ambientale. E le “catene” già si adeguano.

Un tempo simbolo di lusso e accoglienza, il buffet della colazione negli hotel è oggi al centro di un acceso dibattito. Montagne di pane, vassoi di salumi, frutta a volontà e dolci a piramide rappresentavano l’idea di abbondanza che ha fatto scuola nel turismo internazionale. Ma dietro l’immagine scintillante si nasconde un problema enorme: lo spreco alimentare.

Secondo l’ultimo Food Waste Index Report dell’UNEP, nel 2024 nel mondo sono finite nella spazzatura 1,05 miliardi di tonnellate di cibo, e il 28% proveniva dalla ristorazione. Tra i peggiori responsabili ci sono proprio i buffet: ogni ospite butta via in media 300 grammi di cibo, più del doppio rispetto a una colazione servita al tavolo. Un paradosso che si traduce in risorse sprecate — acqua, energia, lavoro agricolo — e in emissioni nocive una volta in discarica.

Porzioni ridotte e piatti piccoli

Gli albergatori non sono rimasti a guardare. Dalla Scandinavia all’Asia, le “catene” sperimentano soluzioni semplici: porzioni ridotte, piatti più piccoli, cartelli discreti che invitano a non eccedere. Hilton Francoforte propone yogurt e frutta già porzionati, Novotel Bangkok Sukhumvit ricorda con garbo di “prendere solo ciò che si può mangiare”. L’obiettivo è spingere il cliente a scelte più consapevoli senza intaccare la qualità del soggiorno.

La rivoluzione è anche culturale. Il lusso non è più quantità, ma cura, qualità e rispetto per il pianeta. E gli studi le danno ragione: la varietà dei buffet induce a prendere e sprecare più cibo, rafforzata dal cosiddetto vacation mindset, la tendenza a indulgere in vacanza.

Per invertire la rotta, gli hotel puntano su piccoli “nudges”: ridurre i piatti a disposizione, offrire porzioni limitate ma sempre rifornite, posizionare i cibi più leggeri all’inizio del percorso. Una strategia che incontra il favore dei viaggiatori: l’84% dei clienti, secondo Booking.com, considera la sostenibilità una priorità nelle proprie scelte.

Basta sprechi alimentari

Hilton, con quasi 6.000 hotel nel mondo, si è posta un obiettivo ambizioso: dimezzare entro il 2030 gli sprechi alimentari. Lo fa con cucine dotate di intelligenza artificiale a Tokyo, l’uso di “verdure brutte” a Singapore, compostaggio tecnologico in Cina e donazioni solidali nel Sud-est asiatico.

La sfida resta però quella di bilanciare aspettative e sostenibilità. Molti viaggiatori si aspettano ancora la varietà, mentre gli albergatori cercano formule miste: buffet più contenuti, menù speciali serviti al tavolo o colazioni “to go”. In ogni caso, la direzione sembra segnata: meno abbondanza, più attenzione.

Forse le torri di pancake e i dispenser infiniti di cereali appartengono a un’epoca che si sta chiudendo. Il futuro della colazione in hotel guarda a un nuovo lusso: quello della sostenibilità, della qualità e dell’intenzionalità. Un modo diverso di coccolare l’ospite, lasciandogli non solo il ricordo di un soggiorno confortevole, ma anche la sensazione di aver fatto la cosa giusta.

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