Carne artificiale è il futuro sostenibile?

(Sabado) Il futuro del cibo sembra sempre più vicino a una bistecca prodotta in laboratorio: sarà una rivoluzione culinaria o solo una moda passeggera?

Immagina di entrare in un ristorante e trovare una bistecca prodotta in laboratorio accanto alle classiche opzioni di carne alla griglia. Per molti, potrebbe sembrare fantascienza, ma in Paesi come Israele, Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong e Singapore, la carne artificiale è già una realtà. In Europa, tuttavia, bisognerà attendere: si prevede che solo nel 2030 questa innovazione sarà disponibile nei menu.

Questa carne, che imita consistenza, gusto e aspetto della carne tradizionale, è creata in laboratorio senza sacrificare alcun animale. Il processo utilizza cellule staminali raccolte da animali vivi tramite biopsie o raschiature della pelle. Le cellule vengono poi fatte crescere in bioreattori, dove ricevono sostanze nutritive, vitamine e condizioni simili a quelle naturali. In queste vasche, che simulano il corpo dell’animale, le cellule si moltiplicano e si sviluppano fino a formare un tessuto carnoso, pronto per diventare un hamburger o una bistecca.

Vantaggi ambientali e etici

Secondo Miguel Pedro Mourato, professore dell’Instituto Superior de Agronomia dell’Università di Lisbona, i vantaggi della carne da laboratorio sono significativi. La produzione su larga scala potrebbe ridurre notevolmente il numero di animali macellati ogni anno – circa 75 miliardi – e contribuire a una diminuzione delle emissioni di gas serra. Attualmente, il bestiame è responsabile del 60% dei gas prodotti dall’industria alimentare. Inoltre, la carne artificiale richiede meno risorse: consuma meno acqua e suolo rispetto all’allevamento tradizionale.

Dal punto di vista etico, questa tecnologia offre una soluzione per chi desidera consumare carne senza il coinvolgimento della macellazione animale. Questo potrebbe attrarre non solo i consumatori più attenti all’ambiente, ma anche vegetariani e vegani aperti a prodotti alternativi.

Sfide tecnologiche e produttive

Nonostante il potenziale, la carne artificiale affronta ancora sfide significative. La tecnologia è agli albori e la produzione su larga scala è ancora lontana. Ad esempio, a Singapore, l’azienda Eat Just riesce a produrre solo 2-3 kg di carne di pollo a settimana. Un altro ostacolo è il consumo energetico elevato dei bioreattori, che limita la sostenibilità economica del processo.

Per quanto riguarda la sicurezza, Mourato rassicura che i rischi per la salute sono minimi grazie agli elevati standard di controllo richiesti dal processo di produzione. “Non è prevedibile che saranno presenti sostanze tossiche, sebbene non possano essere escluse del tutto. Tuttavia, il processo è progettato per costruire un tessuto il più possibile simile a quello naturale, riducendo i rischi per la salute”.

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