Capisci davvero il tuo cane?

By Paolo Bonanni 14 Marzo 2025 #cane

(New York Times) Un recente studio ha rivelato che le persone interpretano le emozioni dei cani basandosi più sulla situazione che sul comportamento dell’animale.

Gli esseri umani tendono a credere di sapere cosa prova un cane osservando il contesto in cui si trova, ma in realtà si affidano inconsciamente a fattori esterni più che ai segnali corporei del cane stesso. Questa è la conclusione a cui è giunta una ricerca pubblicata sulla rivista “Anthrozoös” presso l’Arizona State University. Nonostante i risultati significativi, lo studio presenta alcuni limiti. È stato condotto su un solo cane, il che potrebbe ridurre la generalizzabilità dei dati. Inoltre, gli esseri umani potrebbero essere più abili a interpretare le emozioni del proprio cane rispetto a quelle di un cane sconosciuto.

L’esperimento

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti dei video di un cane, Oliver, un meticcio pointer-beagle di 14 anni, mentre reagiva a diversi stimoli positivi e negativi, come la vista di un guinzaglio, di un biscotto, di un’aspirapolvere o di un rimprovero. I video erano stati modificati per rimuovere il contesto circostante, lasciando visibile solo il cane su uno sfondo nero. In alcuni casi, le immagini erano state manipolate per far sembrare che Oliver reagisse a uno stimolo quando in realtà ne stava vivendo un altro.

Il risultato è stato sorprendente: i partecipanti hanno assegnato valutazioni emotive più positive quando il cane era contestualizzato in una situazione piacevole, mentre nei video senza contesto hanno giudicato le sue emozioni in modo molto più neutrale. Questo dimostra che le persone tendono a dare più peso agli elementi esterni piuttosto che ai segnali corporei del cane.

Un errore comune

Questa distorsione percettiva potrebbe portare i proprietari a fraintendere lo stato emotivo dei loro animali, con possibili conseguenze sulla loro salute e benessere. Se vogliamo essere davvero attenti ai sentimenti dei nostri cani, dobbiamo prenderci qualche secondo per osservarli direttamente, senza lasciarci condizionare dal contesto.

Lo studio è stato ispirato da ricerche precedenti sulla percezione delle emozioni umane e dal filtro di sfocatura dello sfondo di Zoom, utilizzato per nascondere il contesto circostante durante le videoconferenze. Partendo da questa intuizione, è stato applicato un principio simile agli esperimenti sui cani, creando video in cui il comportamento di Oliver era isolato dal resto della scena.

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