(Abc) Un fenomeno straordinario sta conquistando TikTok e altre piattaforme social: cani che comunicano con i loro proprietari utilizzando pulsanti colorati.
I pulsanti colorati che emettono parole preregistrate quando premuti, stanno aprendo una nuova frontiera nella comprensione del linguaggio animale. Gli scienziati, incuriositi da questa tendenza virale, hanno avviato uno studio su larga scala coinvolgendo duemila cani in 47 Paesi. I risultati preliminari sono sorprendenti e stanno ridisegnando il modo in cui pensiamo alla comunicazione tra specie.
Tutto è iniziato con Bunny, una sheepadoodle (un incrocio tra un barboncino e un pastore inglese) di Tacoma, Washington. Alexis Devine, la sua proprietaria, ha addestrato Bunny a utilizzare un tappeto di pulsanti associati a parole specifiche. Dopo mesi di allenamento, Bunny ha iniziato a combinare i pulsanti per esprimere concetti complessi. Un pomeriggio, ad esempio, ha premuto “arrabbiato”, seguito da “dolore” e “zampa”, rivelando una spina conficcata nella zampa sinistra. Questo episodio, diventato virale su TikTok con milioni di visualizzazioni, ha segnato l’inizio di una nuova era nella comunicazione uomo-cane.

Lo studio scientifico
L’Università di San Diego, sotto la guida del professor Federico Rossano, sta conducendo uno studio su duemila cani che utilizzano i pulsanti FluentPet, dispositivi che costano circa 80 euro e hanno già venduto oltre due milioni di unità. I risultati preliminari indicano che i cani non solo riconoscono parole specifiche, ma sono anche in grado di combinare i pulsanti in modo non casuale, creando frasi originali. “Ho visto cose che mi convincono che i cani fanno cose molto più sofisticate di quanto siamo disposti a credere”, afferma Rossano.
Tra i partecipanti allo studio, circa 65 cani utilizzano più di cento pulsanti, mentre la media si attesta a nove. Bunny, con i suoi 105 pulsanti e quasi nove milioni di follower su TikTok, è diventata una vera e propria star. In alcuni momenti, sembra quasi riflettere sulla propria esistenza, come quando ha premuto “Io cane” seguito da “Cane perché?”.

Limiti e critiche
Nonostante l’entusiasmo, molti esperti invitano alla cautela. Alexandra Horowitz, esperta di cognizione canina, sottolinea che i cani si sono già adattati eccessivamente alle nostre vite: “Perché dovrebbero anche parlare la nostra lingua?”. Inoltre, la maggior parte delle “conversazioni” registrate ruotano intorno a bisogni primari come cibo, passeggiate e coccole, riflettendo una comunicazione pratica più che filosofica.
Gli scettici mettono in dubbio che queste interazioni possano essere considerate vere conversazioni, sostenendo che i cani si limitano a interpretare i nostri segnali, come hanno fatto per millenni. Tuttavia, i sostenitori del metodo FluentPet ribattono che i pulsanti rappresentano un’evoluzione di questa comunicazione, offrendo ai cani un modo più diretto per esprimersi.

Verso un futuro di comunicazione interspecie
Il progetto FluentPet non è l’unico tentativo di costruire ponti comunicativi tra specie. Scienziati come Ari Friedlaender, che studia il comportamento delle balene, stanno collaborando con organizzazioni come Earth Species per sviluppare tecnologie simili a Google Translate, ma per gli animali. Utilizzando intelligenza artificiale e trasformatori (la stessa tecnologia alla base di ChatGPT), i ricercatori sperano di decodificare i modelli di comunicazione animale, aprendo la strada a un “Internet delle specie”.
Tuttavia, la comunicazione animale è spesso olistica, coinvolgendo non solo suoni ma anche linguaggio del corpo, espressioni facciali e movimenti. Per catturare questa complessità, sarà necessario integrare tecnologie di riconoscimento visivo e gestuale.