Camminare all’indietro

(Bbc) La nuova frontiera del benessere arriva dal passato: il retro-walking brucia più calorie della camminata tradizionale.

Quello che nell’Ottocento era considerato poco più di un hobby eccentrico, oggi si rivela una pratica dalle sorprendenti proprietà benefiche per corpo e mente. Il “retro-walking” – termine accademico per indicare la camminata all’indietro – sta conquistando l’attenzione di ricercatori e professionisti della salute per i suoi effetti positivi documentati scientificamente.

La storia del retro-walking affonda le radici nel XIX secolo, quando alcuni individui percorrevano centinaia o addirittura migliaia di miglia camminando all’indietro, spesso per scommesse impulsive o per stabilire bizzarri record. Sebbene la pratica sia nata in Cina antica per scopi salutistici, solo di recente Stati Uniti ed Europa hanno iniziato a studiarne sistematicamente i benefici.

Muscoli più flessibili

Le ricerche hanno dimostrato che bastano 10-15 minuti al giorno di camminata all’indietro per quattro settimane per aumentare la flessibilità dei muscoli posteriori della coscia. Inoltre, questa pratica rafforza i muscoli della schiena responsabili della stabilità e flessibilità spinale.

La biomeccanica del camminare all’indietro è molto diversa da quella del camminare in avanti. Durante la camminata normale, il piede tocca terra con il tallone, mentre all’indietro inizia con la punta, riducendo l’impatto sulle articolazioni del ginocchio. È la caviglia ad assorbire la maggior parte dello shock, attivando muscoli diversi rispetto alla camminata tradizionale.

Questi meccanismi rendono il retro-walking particolarmente utile in fisioterapia per trattare dolori alla schiena, problemi al ginocchio e artrite. La pratica si è dimostrata benefica per atleti, anziani, giovani, persone obese, malati di osteoartrite e pazienti post-ictus con difficoltà motorie.

Benefici per il cervello

Le ricerche hanno rivelato che camminare all’indietro attiva intensamente la corteccia prefrontale, area cerebrale responsabile di decisioni e problem-solving. Uno studio olandese ha testato 38 partecipanti con il test di Stroop, scoprendo che chi camminava all’indietro mostrava tempi di reazione più rapidi.

Un altro studio ha concluso che diverse forme di locomozione all’indietro – incluso guardare video di viaggi in treno al contrario o semplicemente immaginare di muoversi all’indietro – miglioravano significativamente la capacità di ricordare informazioni.

Nonostante i benefici, esistono alcuni rischi: la necessità di fare attenzione agli ostacoli invisibili e casi documentati di cadute durante la fisioterapia. Inoltre, ricerche cinesi hanno dimostrato che tai chi e nuoto sono più efficaci del retro-walking per riabilitare atleti con dolori lombari.

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