Broken Rage “è” Takeshi Kitano

(Liberation) Kitano, icona del cinema giapponese, torna su Prime Video con un’opera che si divide in due versioni della stessa storia: una stoica e l’altra parodica.

Il film segue le vicende di “Souris”, un taciturno killer a contratto costretto a collaborare con due poliziotti per infiltrarsi in una gang di yakuza. La prima parte del film, dal tono serio e quasi ascetico, viene completamente ribaltata nella seconda, che assume invece un carattere comico e regressivo. Questa struttura a “spin-off” permette a Kitano di esplorare entrambe le facce della sua personalità artistica: da un lato il volto stoico e malinconico, dall’altro l’alter ego scanzonato e piagnucoloso.

Un gioco a tratti surreale

La prima parte, seppur devitalizzata, serve da base per la seconda, che si trasforma in una sorta di gioco infantile. Tuttavia, la comicità di Kitano, pur divertente, appare datata, con gag che spesso si riducono a semplici slapstick, come una scena in cui Souris viene colpito in faccia da un oggetto invisibile o cade maldestramente dalla sedia. Nonostante ciò, emergono momenti di surrealismo genuino, come quando i due poliziotti costringono Souris ad assistere a un numero di fakir sempre più pericoloso, raggiungendo picchi di assurdità memorabili.

Kitano crepuscolare

Kitano, ormai 78enne, sembra voler giocare con l’immagine di sé stesso, mostrando un corpo che inizia a cedere. Le sue maldestrezze, sia come attore che come personaggio, rivelano un uomo che non è più in grado di sostenere il ruolo del “poliziotto violento” o dello yakuza spietato. Questa vena crepuscolare, seppur abbozzata, offre uno sguardo commovente sulla vecchiaia e sul declino fisico. “Broken Rage” è un esperimento audace, che mescola generi e toni con risultati disomogenei.

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