Bayeux verso Londra

(mynewsroom.it) L’arazzo, capolavoro dell’XI secolo che narra la conquista normanna dell’Inghilterra, sarà prestato al British Museum nel 2026 in un gesto simbolico di riavvicinamento post-Brexit voluto da Macron.

Un capolavoro millenario sta per compiere un viaggio carico di simboli. L’arazzo di Bayeux, iconico ricamo di 70 metri che narra la conquista normanna dell’Inghilterra nel 1066, è destinato a lasciare la Francia per la prima volta in oltre un secolo. Dal settembre 2026, sarà esposto al British Museum di Londra per circa nove mesi, in un prestito voluto dal presidente francese Emmanuel Macron come gesto di riconciliazione post-Brexit. Ma questa mossa, se da un lato intende rinsaldare i legami tra Parigi e Londra, dall’altro accende una fiammata di polemiche in Francia.

Realizzato probabilmente da ricamatrici inglesi nell’XI secolo, l’arazzo è un documento unico: un’autentica cronaca visiva in lana su lino, con 58 scene, 626 personaggi, 202 cavalli, 41 barche e persino dettagli grotteschi come i circa cento peni disegnati su figure umane e animali. Mostra con precisione quasi cinematografica gli eventi che portarono Guglielmo il Conquistatore sul trono inglese, compresa la famosa morte del re Harold II colpito da una freccia all’occhio nella battaglia di Hastings.

Secoli in una cassa

Conservato per secoli nella cattedrale di Bayeux, dimenticato in una cassa di legno, l’arazzo ha conosciuto solo due trasferimenti in tutta la sua storia: uno sotto Napoleone al Louvre e uno durante la Seconda Guerra Mondiale, sempre a Parigi. Oggi, pesante 350 chili e fragile come non mai, deve affrontare il suo viaggio più controverso.

Il prestito è stato pensato anche in vista della ristrutturazione del Museo di Bayeux, dove il capolavoro è custodito dal 1983 e che attira quasi 430.000 visitatori l’anno. Ma gli esperti sono in allarme. L’ultimo restauro risale al 1870 e un’ispezione recente ha rilevato oltre 10.000 fori e 24.200 macchie. Gli storici dell’arte, guidati dal critico Didier Rykner, hanno lanciato una petizione su Change.org che ha già superato le 50.000 firme, definendo il trasferimento “un crimine patrimoniale” e una “decisione arbitraria” che ignora i rischi per un bene “irripetibile”.

Il rischio di Macron

Nonostante simulazioni tecniche ad aprile e un piano di trasporto meticoloso – con l’arazzo ripiegato a fisarmonica e trasportato in una cassa speciale – i detrattori insistono: nessuna garanzia può annullare il pericolo di danni irreversibili. Per loro, la diplomazia non deve passare sulle spalle del patrimonio culturale.

Macron, invece, punta a un segnale forte: dopo anni di tensioni post-Brexit, con scontri su pesca, migranti e rapporti burrascosi con leader come Boris Johnson, la guerra in Ucraina ha riavvicinato Francia e Regno Unito. Il dialogo con il premier laburista Keir Starmer è fluido, e il prestito dell’arazzo è visto come un simbolo di unità tra due potenze nucleari e alleate strategiche.

Ma se il tessuto dovesse subire danni, il costo politico per Macron – già alle prese con un consenso in calo – potrebbe essere altissimo. Un’operazione di pace che rischia di trasformarsi in un boomerang culturale.

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