(Times) Una nuova dieta artificiale può salvare gli impollinatori e aiutare le api in difficoltà per la scarsità di fiori selvatici, per i parassiti e i pesticidi.
La sopravvivenza delle api da miele è sempre più a rischio, ma una nuova scoperta scientifica potrebbe rappresentare una svolta decisiva. Un team dell’Università statale di Washington, in collaborazione con l’azienda belga Apix Biosciences, ha sviluppato un’alimentazione artificiale ricca e bilanciata – soprannominata “power bars” – che aiuta le api a superare le difficoltà causate dalla scarsità di fiori selvatici, parassiti e pesticidi.
Negli Stati Uniti, il 2024 ha segnato un record negativo: i produttori di miele hanno perso il 62% delle colonie, il dato più alto mai registrato. Anche in Europa la situazione è critica: nei Paesi Bassi, oltre il 20% delle colonie è morto nell’inverno scorso. Il declino degli impollinatori, fondamentali per la produzione agricola, è aggravato da cambiamenti climatici, uso di pesticidi e dall’onnipresente acaro varroa. Ma tra i fattori principali vi è anche la carenza di polline: le monocolture intensive riducono drasticamente la disponibilità di fiori nutrienti per le api.

Identificati i nutrienti fondamentali
Già dagli anni ’40 si studiano diete sostitutive per le api, ma solo recentemente si è riusciti a identificare i nutrienti fondamentali. La nuova formula, sviluppata da Apix, contiene steroli essenziali – sostanze presenti naturalmente nel polline ma assenti nei mangimi animali tradizionali – che servono alle api per costruire i propri tessuti.
La composizione esatta della “barretta” resta segreta, ma due esperimenti ne hanno dimostrato l’efficacia. Nel primo, in Belgio, cinque diverse diete sono state somministrate a colonie in ambienti controllati, impedendo il foraggiamento naturale. La colonia più sana era quella alimentata con la “dieta A”, contenente sei steroli chiave. Nel secondo test, nei campi di mirtilli e girasoli vicino a Othello, nello Stato di Washington, le colonie nutrite con la nuova dieta hanno prosperato rispetto a quelle con alimentazione standard o senza supplementi.

Il sistema immunitario diventa più forte
Una scoperta interessante è che uno sterolo ritenuto cruciale, il 4-metilene colesterolo, si è rivelato meno importante rispetto all’isofucosterolo, un composto finora trascurato.
Il valore della nuova dieta non è solo nutrizionale: un’ape ben nutrita è più capace di disintossicarsi dai pesticidi e ha un sistema immunitario più forte contro virus, batteri e parassiti come il varroa.
Tuttavia pur riconoscendo l’efficacia della nuova dieta rispetto alle precedenti, non si potrà mai sostituire il vero polline e soprattutto non si aiuteranno le altre 20.000 specie di api selvatiche, fondamentali per gli ecosistemi.