(Le Figaro) Il mercato immobiliare in affitto è uno strumento nelle mani dei narcotrafficanti. In Francia Airbnb e i suoi lucchetti sono utilizzati per lo spaccio di droga.
In Francia una nuova pratica criminale sta dilagando: l’utilizzo di appartamenti e case in affitto a breve termine, spesso su piattaforme come Airbnb, come basi logistiche per lo spaccio di droga. Il fenomeno, ormai così diffuso da essere ribattezzato “Airbnbeuh” o “Airbn-coke” nei commissariati, segna una svolta nell’evoluzione del narcotraffico, che si adatta alle nuove tecnologie e alle abitudini del mondo moderno.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Office central pour la répression des trafics illicites de stupéfiants (OFAST), non c’è più alcuna “zona bianca”. Il traffico di droga, una volta confinato nei quartieri sensibili delle grandi città, si è ormai esteso a tutto il territorio, dalle periferie alle campagne più remote.

Affitti facili
Oggi, il narcotraffico si è “piattaformizzato”. I trafficanti, definiti “logisticien hors pair”, usano le case in affitto come depositi temporanei di stupefacenti o addirittura come “mini depositi regionali”. Il meccanismo è semplice: un complice, con un profilo ben recensito, affitta un appartamento per poche ore o una notte. L’immobile diventa un hub invisibile dove stoccare cannabis, cocaina, ecstasy e persino armi. I clienti ordinano via messaggistica criptata (Telegram, Signal, Snapchat), ricevono l’indirizzo e vanno a ritirare la merce, spesso senza mai incontrare il venditore.

Casseforti senza chiave
Ma la vera innovazione è l’uso delle “boîtes à clés”, le cassette di sicurezza a codice dove si lasciano le chiavi per gli ospiti. Oggi, queste scatole diventano “mini casseforti” per lo spaccio senza contatto. Il cliente riceve un indirizzo o coordinate GPS, recupera il pacco e paga con bonifico, carta prepagata o contanti lasciati nella stessa cassetta. A Bayonne, un 27enne usava ben 14 di queste cassette sparse per la città, acquistate in un negozio di bricolage. Il sistema era così efficiente che solo un litigio con un cliente insoddisfatto lo ha fatto scoprire.
Le forze dell’ordine faticano a stare al passo. Monitorano le piattaforme, incrociano dati e usano Google Street View, ma sono sempre due passi indietro.