(Le Monde) Il film di Jesse Eisenberg (in uscita il 27 febbraio) esplora il trauma ebraico in un road trip emozionante, una tragicommedia intelligente e originale.
Jesse Eisenberg, noto attore americano, intraprende un percorso creativo rischioso ma stimolante con il suo film “A Real Pain” in cui si confronta con temi profondi e personali, ispirati alla storia della sua famiglia e alle tragedie della Shoah. Il film, definito un “buddy movie che si inserisce nelle tracce della storia polacca”, segue le vicende di due cugini americani, David (interpretato dallo stesso Eisenberg) e Benji (Kieran Culkin), che intraprendono un viaggio in Polonia per onorare la memoria della nonna scomparsa.
David, è un pubblicitario ansioso, intraprende il viaggio preoccupato per Benji, reduce da un tentativo di suicidio e incline all’uso di droghe. Benji reagisce agli eventi con sensibilità e vulnerabilità. Le loro personalità contrastanti danno vita a dinamiche comiche e conflittuali, mentre si immergono in un tour guidato dei luoghi della deportazione.

Il business dell’Olocausto
Eisenberg non teme di affrontare con ironia il controverso “business dell’Olocausto”, esplorando le complesse relazioni tra i cugini, segnate da un passato condiviso ma da percorsi di vita divergenti. Un momento imperdibile di questo equilibrio è la scena della visita all’ex campo di concentramento di Majdanek, una situazione vissuta con un umorismo pungente, una passione per il linguaggio e con dialoghi degni del suo mentore Woody Allen. Il film è al tempo stesso toccante e divertente. Le riprese in Polonia, sulle note di Frédéric Chopin, aggiungono un tocco di malinconia e bellezza. Il film affronta temi delicati come il senso di colpa, la vergogna e il peso della memoria, senza mai cadere nel patetico o nel retorico.

Un’indagine sulla Shoah
“A Real Pain” è anche un’indagine sulla Shoah e sulle diverse percezioni che ne hanno gli ebrei americani e quelli europei. Il film esplora la distanza tra le generazioni che hanno vissuto l’Olocausto e quelle che ne hanno ereditato il trauma con interrogativi importanti sulla natura della memoria, sulla sua capacità di influenzare il presente e sul modo in cui le nuove generazioni si confrontano con un passato così doloroso.